Risonanza Morfica

La risonanza morfica, un concetto introdotto dal biologo Rupert Sheldrake negli anni ’80, propone un’idea rivoluzionaria nella biologia e nella psicologia. Secondo Sheldrake, esiste un campo morfogenetico che guida la forma, lo sviluppo e il comportamento delle entità viventi, inclusi piante, animali e società umane. Questi campi morfici sono non solo un’infrastruttura invisibile che connette gli esseri viventi, ma sono anche dinamici, essendo influenzati e rafforzati da abitudini o schemi precedenti della stessa specie.

Un esempio notevole di questo concetto è il modo in cui gli uccelli di una stessa specie imparano a costruire nidi simili senza averli mai visti prima. Sheldrake sostiene che gli uccelli apprendano questa abilità attraverso la risonanza con i campi morfici creati dalle generazioni precedenti. Questo fenomeno suggerisce un sistema di apprendimento basato non solo sull’esperienza individuale, ma anche su una sorta di memoria collettiva della specie.

Inoltre, la risonanza morfica suggerisce che l’apprendimento di una nuova abilità da parte di un certo numero di individui all’interno di una specie possa facilitare l’apprendimento della stessa abilità per altri membri della specie in tutto il mondo. Questo fenomeno è stato osservato in vari esperimenti con primati e viene spesso etichettato come “effetto della centesima scimmia”. Ad esempio, se un gruppo di scimmie in una località impara a utilizzare strumenti in un modo nuovo, scimmie in altre località potrebbero improvvisamente acquisire la stessa abilità, nonostante l’assenza di contatto fisico o apprendimento diretto.

Sheldrake, attraverso la sua teoria, sfida il paradigma materialistico dominante in scienza, proponendo invece che i processi naturali siano influenzati da forme e strutture che trascendono la fisicità. Egli sostiene che i campi morfici siano responsabili di “abitudini” nella natura, influenzando il modo in cui le specie si sviluppano e si comportano nel corso del tempo.

In conclusione, la risonanza morfica di Rupert Sheldrake apre un dialogo affascinante sulle possibili interconnessioni tra tutti gli esseri viventi. Questa teoria solleva domande importanti sulla natura della realtà e il potenziale di una memoria collettiva tra le specie. Il suo impatto va oltre la biologia, toccando ambiti come la psicologia, la sociologia e la filosofia, stimolando ulteriori indagini e discussioni sull’interdipendenza e la connessione intrinseca del mondo vivente.

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