Vincent de Gaulejac e le tensioni nascoste della trasmissione sociale
Sociologia, identità familiare e appartenenza attraverso le generazioni
Vincent de Gaulejac è una figura di riferimento nel panorama della sociologia contemporanea, noto per i suoi approfondimenti sulle tensioni identitarie che si manifestano all’interno delle strutture sociali e, in modo più specifico, nei passaggi transgenerazionali.
Il suo lavoro si inserisce nel solco della sociologia critica e relazionale, con un forte interesse per i fenomeni di riproduzione sociale e per le fratture interne che emergono quando la storia familiare e la collocazione sociale si intrecciano in modo complesso.
Le “nevrosi di classe”: quando l’identità è tirata in due direzioni
Uno dei concetti chiave elaborati da de Gaulejac è quello di “nevrosi di classe”, una tensione interiore che colpisce l’individuo quando si trova tra due spinte contrapposte: da un lato le aspettative interiorizzate dalla propria storia familiare e dal contesto di origine, e dall’altro le pressioni sociali e culturali del gruppo sociale di destinazione.
Questa tensione si manifesta spesso in chi compie un “salto di classe” o una mobilità sociale ascendente, portando con sé un’eredità emotiva e valoriale che può entrare in contraddizione con il nuovo ambiente di appartenenza. Ne derivano fratture interiori, ambivalenze profonde, talvolta anche sensazioni di colpa nei confronti della famiglia d’origine o difficoltà a sentirsi legittimati nel nuovo spazio sociale.
In ambito psicogenealogico, questa dinamica può essere letta in parallelo con il concetto di lealtà familiare invisibile proposto da Ivan Boszormenyi-Nagy: una forma di fedeltà silenziosa che spinge l’individuo a rimanere in continuità con il proprio sistema di origine, anche a scapito della propria realizzazione.
La trasmissione invisibile delle strutture sociali
Un altro pilastro del pensiero di de Gaulejac riguarda il modo in cui le classi sociali si riproducono attraverso le generazioni. Questa trasmissione non avviene solo attraverso patrimoni materiali o titoli di studio, ma passa per messaggi impliciti, rituali familiari, modelli educativi e narrazioni che ogni famiglia veicola ai propri discendenti.
Attraverso l’osservazione delle famiglie, de Gaulejac ha messo in luce come il destino sociale sia fortemente influenzato da schemi interiorizzati che spesso non vengono messi in discussione. Questi schemi si costruiscono sin dall’infanzia, si rafforzano nell’adolescenza e si consolidano nell’età adulta, incidendo su scelte professionali, affettive e relazionali.
La dimensione simbolica gioca qui un ruolo centrale: ogni famiglia conserva racconti, silenzi e aspettative che formano una sorta di codice invisibile, il quale guida in modo sottile ma profondo le decisioni dei membri più giovani.
Scelte professionali, identità sociale e fedeltà invisibile
Secondo de Gaulejac, le scelte professionali non sono mai completamente libere o neutre. Al contrario, sono il frutto di una combinazione di fattori esterni (disponibilità, opportunità, mercato del lavoro) e di fattori interni profondamente radicati. Tra questi, uno dei più rilevanti è la fedeltà identitaria verso la classe sociale di appartenenza.
Tale fedeltà può manifestarsi in diversi modi: nella ripetizione di mestieri familiari, nella rinuncia a percorsi percepiti come troppo “distanti” dal vissuto originario, oppure nella sovracompensazione, quando si sceglie una carriera fortemente contrapposta a quella dei propri genitori, nel tentativo di “riscrivere” la propria storia.
Tuttavia, queste scelte spesso non si liberano da una tensione di fondo: il desiderio di appartenere e quello di differenziarsi, che possono convivere per lungo tempo in forma latente, condizionando le traiettorie individuali.
Identità collettiva, strutture di potere e narrazioni familiari
Un ulteriore aspetto centrale del pensiero di de Gaulejac è il legame tra identità collettiva e narrazioni familiari. Le storie tramandate all’interno della famiglia – sia quelle esplicite che quelle taciute – costituiscono una parte essenziale della costruzione del sé.
Le famiglie, in questo senso, non solo trasmettono valori e conoscenze, ma anche le ferite, i successi, le alleanze e le esclusioni che le hanno attraversate. Questo bagaglio viene assimilato dai discendenti sotto forma di memoria transgenerazionale, spesso non consapevole, ma capace di incidere sulle relazioni, sulle ambizioni e sulla percezione di sé.
Attraverso questa lente, la sociologia di de Gaulejac dialoga con l’approccio psicogenealogico, mostrando come la storia personale non possa mai essere separata dalla storia collettiva in cui si è inseriti.
Perché Vincent de Gaulejac è ancora così attuale
Il contributo di de Gaulejac continua a essere rilevante perché fornisce strumenti preziosi per decifrare le dinamiche profonde che abitano le famiglie e le classi sociali. In un mondo in cui la mobilità sociale è spesso ambivalente, e in cui il passato familiare può condizionare in modo sottile il presente, le sue riflessioni aiutano a rendere visibile ciò che solitamente resta nell’ombra.
La sua opera invita a riflettere sulle radici culturali e relazionali del nostro agire, sulla complessità dell’identità e sulle fratture silenziose che talvolta segnano le biografie individuali.