Fedeltà identitarie: come il passato guida le nostre scelte
Il concetto di fedeltà identitarie offre una chiave di lettura potente per comprendere quei legami invisibili che ci collegano alle generazioni che ci hanno preceduto. Si tratta di connessioni profonde che si instaurano con le esperienze, i valori e le aspettative della nostra famiglia d’origine, e che spesso guidano le scelte di vita senza che ne siamo consapevoli.
All’interno dell’approccio psicogenealogico, queste fedeltà si manifestano come un movimento verso la continuità. È come se, nel fluire delle generazioni, alcune decisioni venissero prese “al posto nostro”, sulla base di un patto implicito con il passato: portare avanti qualcosa che è rimasto incompiuto, ripetere un copione, custodire una tradizione o, al contrario, riscattare un’antica ingiustizia.
Quando le memorie influenzano le strade che percorriamo
La trasmissione delle memorie familiari non avviene solo attraverso le storie raccontate o le fotografie conservate nei cassetti. Esistono contenuti emotivi, vissuti, eventi mai nominati o rimasti sospesi che trovano un modo per arrivare ai discendenti. In questo passaggio, alcune persone si trovano a rivivere percorsi già tracciati: una carriera, una scelta affettiva, una rinuncia. Tutto ciò può sembrare casuale, ma nel contesto familiare acquista un significato molto più profondo.
Un esempio frequente si osserva nella trasmissione delle professioni: figli e nipoti che seguono inconsapevolmente le orme di padri, madri, zii, nonni. Dietro una scelta che sembra frutto di inclinazione personale, può esserci una fedeltà antica che lega quella persona a un modello familiare preciso. Questa continuità può portare riconoscimento e senso di appartenenza, ma anche tensione interiore se la strada scelta non rispecchia i desideri autentici dell’individuo.
La lealtà invisibile al gruppo familiare
Nel lavoro con il genosociogramma, lo strumento centrale della psicogenealogia, è possibile individuare queste fedeltà invisibili tracciando l’albero genealogico insieme alle informazioni sui ruoli, i mestieri, le dinamiche ricorrenti e le date significative. Emergono così delle linee di continuità che spesso riguardano ambiti precisi: il ruolo di cura, il sacrificio per gli altri, la gestione del potere, il senso del dovere, la funzione del denaro o il rapporto con l’autorità.
Chi si sente “obbligato” a fare una certa scelta, pur senza che nessuno glielo chieda apertamente, potrebbe essere portatore di una fedeltà identitaria non riconosciuta. È come se, a livello profondo, esistesse un patto non scritto con il proprio sistema familiare: “se io faccio così, allora appartengo”. E la necessità di appartenere può diventare più forte del desiderio di essere sé stessi.
La nevrosi di classe: quando si cerca di cambiare rotta
Uno degli aspetti più delicati del tema riguarda ciò che lo studioso Vincent de Gaulejac ha definito nevrosi di classe. Si tratta di un vissuto interiore che può emergere quando qualcuno cerca di uscire dal destino sociale e familiare che ha ereditato. Chi tenta di cambiare rotta – scegliendo un mestiere diverso, una forma di vita più libera, una relazione inedita – può percepire una tensione sottile, come se stesse disonorando un’eredità simbolica.
Questo sentire può dare origine a insicurezze profonde, o a sensazioni di colpa senza una causa apparente. Non si tratta di errori o scelte sbagliate, ma di richiami invisibili al sistema familiare, che reagisce ogni volta che uno dei suoi membri si muove “fuori dal copione”.
Risonanze nelle costellazioni familiari
Anche nelle costellazioni familiari, queste dinamiche emergono con forza. Quando un partecipante si mette in scena nel campo morfogenetico, spesso si osserva come la sua difficoltà sia legata a una posizione non propria, ereditata per lealtà. Il figlio che “prende il posto del nonno”, la madre che si comporta come la propria sorella defunta, il giovane che si sacrifica per il fratello non nato: sono tutte espressioni di fedeltà profonde che agiscono al di sotto della coscienza.
L’obiettivo, nelle sessioni, non è cancellare queste fedeltà, ma riconoscerle e onorarle, restituendo a ciascuno il proprio posto. Solo così si apre la possibilità di compiere scelte più libere e coerenti con il proprio sentire.
La strada verso una coerenza interiore
Portare alla luce queste eredità invisibili non significa cercare colpe o accusare il passato. Al contrario, significa entrare in relazione con la storia del proprio clan in modo nuovo, restituendo dignità a chi ci ha preceduto e dignità a chi siamo ora. Questo passaggio può avvenire attraverso il dialogo con i membri della famiglia, la raccolta di testimonianze, il disegno del genogramma o la partecipazione a percorsi sistemici.
Solo quando riconosciamo ciò che stiamo portando per altri, possiamo scegliere consapevolmente se continuare quel cammino o aprirci a nuove possibilità.