Esplorando le Reazioni Psicofisiologiche e i Meccanismi di Regolazione nell’Esperienza Umana
Il contributo di notevole importanza per comprenderla prospettiva “psicotraumatologica” della realtà clinica proviene negli ultimi tempi dal , un neurofisiologo statunitense che ha formulato le basi neurofisiologiche di alcune delle reazioni che seguono i traumi.
Il Modello di Porges
Il modello elaborato da Porges offre una nuova prospettiva nell’analisi dei disagi psicologici, partendo da alcuni principi che possono essere sintetizzati come segue:
- Neurocezione e Valutazione dello Stimolo
Ogni volta che reagiamo a uno stimolo, scateniamo una risposta neurofisiologica di varia intensità, la quale dipende dalla nostra valutazione dello stimolo stesso (se lo percepiamo come più o meno preoccupante, più o meno pericoloso). Questo processo avviene in modo automatico, al di sotto del livello della nostra consapevolezza, oppure, per essere più specifici, così rapidamente da sfuggire alla nostra percezione cosciente. - La Neurocezione
Questa valutazione dello stimolo è chiamata “neurocezione” ed è probabile che la soglia per l’attivazione dell’allarme possa variare a seconda di fattori soggettivi, come la nostra storia personale di attaccamento (come studiato da Giovanni Liotti) e i tratti del nostro temperamento. - Risposta Neurofisiologica
La risposta neurofisiologica del corpo rappresenta quanto intensamente lo stimolo ci influenzi, ossia quanto ci spaventi o, al contrario, ci dia un senso di tranquillità e stabilità.
Esistono segnali di pericolo che il cervello riconosce istintivamente e pre-cognitivamente, i quali dipendono da elementi non verbali, come la prosodia nella voce di chi parla, l’osservazione della parte superiore del viso delle persone o degli animali, la postura e la frequenza dei suoni percepiti. Ad esempio, tendiamo a interpretare frequenze basse come segnali di pericolo.